I battimenti e battiti binaurali

Quando insegno spiego alle persone presenti che con il didjeridu riesco a entrare velocemente in uno stato meditativo; questa condizione si raggiunge quando le frequenze del cervello si avvicinano ai 30 hertz, rimanendo però al di sotto di questo valore.

A tale proposito vorrei parlare brevemente di un fenomeno che a volte mi accade quando mi capita di suonare assieme a un secondo didjeridu: il battimento.

In acustica il fenomeno dei battimenti è determinato da una piccola differenza di vibrazioni tra due suoni della stessa altezza, un effetto vibratorio particolare, caratterizzato da rapide ondulazioni acustiche. L’effetto è un rafforzamento seguito da un indebolimento del suono a seconda che le frequenze siano in concordanza o in discordanza di fase. In modo simile esistono i battiti binaurali o battimenti biauricolari.

Le frequenze binaural beats, scoperte nel 1839 dal tedesco Heinrich Wilhelm Dove, e sperimentate sul cervello da Gerald Oster solo nel 1973, sono l’applicazione di queste differenze in frequenza tra un orecchio e l’altro, in modo che il cervello ne venga stimolato positivamente in differenti maniere: agevolando il rilassamento, l’apprendimento, la meditazione, il sonno e molti altri aspetti della vita.
Dal momento che i battiti binaurali vengono percepiti anche quando le frequenze acustiche sono al di sotto della soglia di percezione umana, Oster intuì che questi battiti dovevano avere un effetto sul cervello umano differente da quello dei suoni abitualmente percepiti: quest’effetto era che le onde cerebrali venivano “incanalate” in una unica frequenza, equivalente alla differenza delle frequenze dei due suoni percepiti dai singoli orecchi. La cosa funziona in questo modo: se l’orecchio sinistro percepisce, tramite una cuffia audio, un suono di 495 Hz e l’orecchio destro contemporaneamente un suono di 505 Hz, allora le onde cerebrali vengono incanalate in una frequenza di 10 Hz.


Mi piace pensare all’esistenza di un “terzo orecchio”, latente, che riceve questo scarto di frequenze, posto idealmente al centro del cervello fra le due orecchie e ricevitore di questo 10 Hz. Si può parlare quindi di una induzione infrasonica, cioè lo scarto di frequenza di 10 Hz è un infrasuono perché inferiore ai 16 Hz.


Il cervello umano è composto da miliardi e miliardi di neuroni che comunicano fra loro tramite l’elettricità; questa enorme attività può essere rilevata sotto forma di onde tramite un EEG (elettroencefalogramma).

Ascolta un esempio di due didjeridu sovraincisi, per ogni nota, i quali hanno un leggero scarto tra loro di tonalità e quindi di frequenza.

Se ascoltassimo i due didjeridu su canali separati, uno a destra e l'altro a sinistra, il cervello riceverebbe lo scarto di frequenze fra i due. A breve pubblicherò i valori di frequenza che corrispondono alle note, giusto il tempo di attrezzarmi con un software adeguato :-)

Battimenti Didjeridoo A (LA) ---> MP3

Battimenti Didjeridoo B (SI) ---> MP3

Battimenti Didjeridoo C (DO) ---> MP3

Battimenti Didjeridoo D (RE) ---> MP3

Battimenti Didjeridoo E (MI) ---> MP3

Battimenti Didjeridoo F (FA) ---> MP3

Battimenti Didjeridoo G (SOL) ---> MP3

 

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